Unità di strada CRI, al servizio dei poveri della città

 
Unità di strada CRI, al servizio dei poveri della città
Unità di strada CRI, al servizio dei poveri della città

L’appuntamento è nel piazzale del comitato provinciale di Palermo, della Croce Rossa, non ci conosciamo fra di noi, ci siamo tutti prenotati sulla piattaforma informatica “Gaia”. Trascorreremo poco più di 5 ore insieme, per superare la mezzanotte e rientrare stanchi ma soddisfatti di avere aiutato, soccorso, nutrito i poveri della città.  Questa è la missione dell’unità di strada che ogni venerdi sera percorre le strade urbane della quinta città d’Italia per popolazione, con una mappa che purtroppo si aggiorna ogni settimana per numero sempre più crescente di senzatetto e indigenti. Un’esperienza unica vissuta da chi al volontariato ci crede davvero; che indossa la polo rossa e abbraccia i 7 principi che hanno fondato e ispirato la Croce Rossa Italiana.

Dall’uscita del cancello dell’autoparco alla parte opposta della città, Brancaccio, questa squadra, di cui ho avuto l’onore di partecipare,  si è subito affiatata. Il clima tra di noi disteso ma nello stesso tempo cordiale e gioioso. Questo è lo spirito giusto di chi ha la croce rossa nel sangue e  si impone l’obiettivo di dare risposte concrete a chi si trova in una condizione di povertà estrema. E’ il 19 agosto, a guidare il pulmino Giovanni Miceli, lunga esperienza maturata anche nel corpo militare, grande appassionato di modellismo ed esperto fotografo. La sua passione è documentare tute le fasi del passante ferroviario che sta sezionando la città e le periferie. Mi racconta, durante il viaggio  verso un centro di preparazione di pasti caldi, che libero dagli impegni di croce rossa, indossa la sua reflex e va in giro a fotografare. Con noi sul pullmnino anche un infermiera volontaria, Maria Di Miceli e le volontarie Anna Renda e Houda Boui. Successivamente ci raggiunge anche un altro volontario esperto, Angelo Scribano. Dal centro di preparazione di pasti caldi imbarchiamo voluminose casse termiche color nocciola con all’interno, confezionati, un primo, un secondo e  un frutto.

Alcuni bar della città contribuiscono dimostrando grande generosità; nel vederci arrivare ci fanno trovare grandi ceste con tutto ciò che è avanzato dalla giornata: pizzette, panini, cornetti. Un esempio che molti ristoratori dovrebbero seguire. Finita la fase di approvvigionamento inizia il giro, come una sorta di google maps, c’è una tabella di marcia da seguire dove portare un pasto caldo a chi materialmente vive per strada. Non ci sono soltanto i clochard, ma anche le prostitute nigeriane. Tutti accorrono quando vedono arrivare il furgone bianco con l’emblema di croce rossa.  Tutti si mettono rigorosamente in fila e attendono il loro turno per ritirare, dalle mani dei volontari, il sacchetto con i viveri e una bottiglia d’acqua. Il numero degli assistiti cresce ogni sera ed è difficile fare una previsione di pasti da distribuire. Quella sera avremmo voluto aiutare più persone ma il furgone in poche ore si è svuotato. La stazione ferroviaria Nortarbartolo e quella centrale sono quelle con il maggiore numero di poveri.

Ognuno ha una storia alle spalle, c’è anche il disoccupato cinquantenne che ha perso il lavoro e che nessuno vuole più riassumere. I loro occhi sono tristi cercano uno sguardo amico che possa dare loro anche un frammento di felicità. Il rituale vuole una foto ricordo del gruppo che ha fatto il servizio e alla fine si ritorna stremati ma con una sensazione di pienezza come una sorta di grande abbuffata, non di cibo ma di solidarietà e umanità.

E’ difficile spiegarlo a parole, puoi solo viverlo se scegli di stare in Croce Rossa.

Ivan Scinardo

 
 

 

 
 
 
 
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