Benedetta: “Dalle attività con i giovani a Cox’s Bazar, la strada della mia vita segnata dalla CRI”

“Qui non c’è niente di giusto o di sbagliato, ci sono solo persone disposte all’ascolto reciproco”. Durante le attività a contatto con giovani e adolescenti, Benedetta ama chiarire subito questo concetto.

“I giovani – dice – hanno mille dubbi e, soprattutto, vengono spesso bloccati dalla paura di condividerli. Mettermi in gioco in prima persona, raccontare le mie esperienze e i miei timori, serve ad ‘allentare’ il loro meccanismo di difesa e a facilitare il confronto. Ascoltare senza giudicare: è questo il mio punto di partenza”. A dispetto dei suoi 23 anni, Benedetta Mozzi parla già da veterana. Dalla sua stanza di Cox’s Bazar, in Bangladesh, approfitta di alcuni momenti di riposo per raccontare la sua storia e una passione nata sette anni fa che l’ha portata fino all’altro capo del mondo.
La Croce Rossa ha trasformato il corso della mia vita e non lo dico tanto per dire. Il mio primo contatto con questo mondo è stato a scuola: ascoltando i racconti e le esperienze dei volontari, ho deciso di intraprendere anche io questa avventura. Eravamo nel 2010, l’anno che per me ha segnato il cambiamento e in cui sono entrata a far parte del Comitato CRI di Selvazzano Dentro, in provincia di Padova. Una nuova visione che mi ha portato dagli studi chimici a intraprendere e terminare il corso di laurea in Ostetricia.
In questi anni Benedetta ha portato avanti la sua passione per l’educazione e la formazione dei giovani: “Ho condotto numerose attività nelle scuole, a contatto con gli adolescenti e parlando con loro di tutto, affrontando gli aspetti dell’educazione alla sessualità, della prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e, più in generale, cercando di dare sfogo ai tanti dubbi di questa età così delicata”.

Ma cosa l’ha portata fino in Bangladesh, dove da mesi prosegue una delle più gravi emergenze umanitarie del nostro tempo?

“È stata una decisione presa con entusiasmo, favorita anche dall’incontro con alcuni ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria di Jesolo. Ho parlato con una ragazza che era in procinto di partorire, ho avuto un contatto concreto con nuove culture e modi di vivere e, parlando anche con il mio Presidente regionale e alcune Infermiere Volontarie, ho deciso di fare esperienze in teatri di emergenza all’estero”.

Benedetta si trova a Cox’s Bazar da diverse settimane, tra chi ha perso tutto. “Mi occupo di molte cose – racconta – e in particolare mi prendo cura delle donne in gravidanza e dei neonati. Queste persone hanno soprattutto bisogno di un supporto emotivo e di vedere riconosciuta la loro dignità”.

È in Bangladesh dalla fine di novembre e le festività le ha trascorse lontano da casa.. “Per me non è stato un peso, ma un modo diverso di vivere questi giorni”, dice senza perdere il sorriso e la determinazione che fanno parte della sua personalità. “È normale sentire la mancanza di casa – aggiunge – ma è proprio questo sentimento che rappresenta il senso di essere qui, tra tante persone che soffrono per la lontananza dalla loro terra”.

Ecco la vita di Benedetta, ‘rivoluzionata’ dalla Croce Rossa e dalla sua voglia di aiutare gli altri. “Per me, la CRI rappresenta la consapevolezza di condividere una missione con milioni di altri volontari. Non c’è uno sguardo uguale all’altro, una pacca sulla spalla uguale altra, ma è come se ci si conoscesse perché i nostri valori sono gli stessi. Un legame che ci unisce anche senza esserci mai visti. A casa, in Bangladesh o in qualunque altra parte del mondo, noi ci siamo sempre”.

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