Ferdinando Palasciano

Nato a Capua, il 13 giugno 1815, Ferdinando Palasciano fu un politico e chirurgo italiano, nonché uno dei principali precursori della Croce Rossa Italiana, teorico del principio di neutralità dei feriti in guerra. Laureatosi giovanissimo in Belle Lettere e Filosofia, in Veterinaria ed infine in Medicina e Chirurgia, divenne ben presto ufficiale medico dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie durante il periodo dei moti insurrezionali del 1848, prestando servizio sotto il comando del generale Carlo Filangieri. Proprio in questa occasione, Palasciano si contraddistinse sul campo per il supporto non solo ai feriti delle proprie fila, ma anche a quelli delle truppe nemiche ribelli. Interrogato sulle motivazioni del gesto, il medico rispose senza timore: “I feriti, a qualsiasi esercito appartengano, sono per me sacri e non possono essere considerati come nemici; il mio dovere di medico è più importante del mio dovere di soldato”. A causa di ciò venne accusato di tradimento ed insubordinazione, rischiando anche la condanna a morte. Rilasciato e divenuto successivamente professore universitario, si dedicò all’approfondimento del suo ideale legato alla neutralità dei feriti in guerra, pronunciando un gran discorso alla riunione dell’Accademia Pontaniana il 28 aprile 1861, dal titolo: “La neutralità dei feriti in tempo di guerra”. “Bisognerebbe - affermò Palasciano - che le potenze belligeranti, nella dichiarazione di guerra, riconoscessero reciprocamente il principio della neutralità dei combattenti feriti o gravemente infermi per tutto il tempo della cura; e che adottassero rispettivamente quello dell’aumento illimitato del personale sanitario durante tutto il tempo della guerra”. Il medico discusse la sua tesi più volte in diversi congressi della penisola italica e la sua idea arrivò anche ad influenzare direttamente Dunant, padre fondatore della Croce Rossa Italiana. Successivamente alla Convenzione, il «Journal de Genève» pubblicò un articolo in cui riconosceva ampiamente il primato del medico capuano nell’invocare, fin dal 1861 se non da prima, la neutralità dei feriti di guerra, un progetto che meritava l’approvazione universale per il miglioramento della civiltà umana. Fu così che, la sua proposta fu adottata dall’Associazione della Croce Rossa. Nel frattempo, Palasciano continuò ad esercitare la sua professione, aiutando anche direttamente Garibaldi nella rimozione di una pallottola dal malleolo sinistro, in seguito ai combattimenti sull’Aspromonte del 1862. Palasciano si batté contro l’opinione contrastante di altri medici, i quali ritenevano che Garibaldi non avesse nessun corpo estraneo al suo interno. Palasciano rimase personalmente in ottimi rapporti con l’Eroe dei due Mondi, anche diversi anni dopo il suo intervento, intrattenendo un’ampia corrispondenza epistolare con lui. Per i propri meriti lavorativi, Palasciano fu eletto anche come Deputato nella XIV, XV e XVI legislatura, Senatore del Regno d’Italia ed Assessore al Comune di Napoli. In seguito, fu colpito da una malattia mentale e morì il 28 ottobre del 1891 a Napoli. Venne sepolto nel “Quadrato degli uomini illustri” del cimitero di Poggioreale. Grazie a Ferdinando Palasciano, la Croce Rossa poté dotarsi di uno dei suoi più grandi ideali, il principio di neutralità dei feriti in guerra, cercando di applicarlo costantemente nel tempo in ogni conflitto mondiale, al fine ultimo preservare le vite e la dignità di ogni ferito sul campo di battaglia, al di là della nazionalità.